martedì 12 aprile 2011

Anna Calvi @ Circolo degli Artisti (Roma) 11/04/2011




Nessuno è voluto mancare. L' appuntamento è di quelli che capitano una volta e poi chissà se di nuovo e se di nuovo chissà come. Il concerto di Anna Calvi ha registrato il sold-out nella mattina del giorno del concerto. Arrivando al Circolo degli artisti erano in molti alla ricerca di un biglietto, ma con poche speranze.

La fama di fenomeno la precede e, si sà, non c' è niente di peggio che deludere le aspettative di un pubblico di nicchia(e dunque di appassionati) in un live. Anna Calvi inizia senza proferire parola, con il pezzo strumentale che apre il suo primo album: Rider of the sea. La signora comincia mostrando la sua abilità alla chitarra, scorre con il plettro su e giù le corde (cosa mai vista fare), dando la sensazione che le note fluiscano dolcemente, come le onde del mare, appunto. L' incipit corrisponde perfettamente al senso della sua musica: non apre con un pezzo che spacca, con uno dei più celebri, al contario introduce dolcemente l' ascoltatore alle successive composizioni.

Anna inizia a scaldare la voce con il primo pezzo, è ancora incerta, fà il compitino, forse non si trova a suo agio. Forse sono i primi applausi ad incoraggiarla, forse i primi sorrisi del pubblico o semplicemente aveva finito la preparazione, fatto stà che il resto del concerto è un crescendo, spazia nel suo repertorio con estrema agilità e ripropone una cover di Elvis, Surrender, che avrebbe potuto benissimo trovare posto nel disco. L' apice lo raggiunge nell' ultimo pezzo: Love won't be leaving, in cui abiltià chitarristica e vocale si fondo all' unisono per la gioia evidente degli spettatori che strabuzzano gli occhi e le orecchie.

Ora è necessaria una considerazione. Amo il rock e adoro il punk. Eppure ci avevano convinto da molto tempo a questa parte che il "bel canto", quello accademico, fosse sinonimo di poca espressività, di bravura fine a sé stessa. Inoltre è noto che se sei un rocker nei live il disco lo devi sporcare, serve a dargli grinta, a rendere i pezzi più "materiali", quasi da poterli toccare. Poi arriva questa ragazza di 28 anni, fà il suo bel disco in cui non ha paura di mostrare il suo canto classico, arriva al live e non sporca mezza nota, non cambia niente, neanche di mezzo tono. Eppure come si combina bene tutto, composizione e voce! Non puoi far altro che rimanere ad ascoltare. Non è che il rifiuto dell' accademismo era semmai una scelta? Canta come vuoi, l' importante è che il messaggio che cerchi di comunicare sia espresso efficacemente. Anna Calvi è il vecchio vestito di nuovo, è Maria Callas che imbraccia una chitarra elettrica. 

Il concerto finisce dopo un' ora, compatto, coerente nello stile. La sensazione è che se questa ragazza riusicrà ad evolvere, non perdendo la sua classe e proponendo qualcosa di nuovo si possa effettivamente parlare di una gigantessa. 
Verso la fine mi giro verso il ragazzo che è venuto con me al concerto e mi dice "E affanculo Campovolo!". C' è da dargli retta.

[Fabrizio Romano]


Estratti dal concerto:


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