martedì 19 luglio 2011

Love the Unicorn - Back to 98

La copertina dell'ep dei Love the Unicorn
In questo mondo di Cani. Negli ultimi tempi, Roma ha catalizzato su di sé l’attenzione di addetti ai lavori, riviste, blog, nonne e zie per via di una fantomatica band ultrapop. Personalmente, c’è qualcosa che trovo gradevole in quel progetto, ma è poca roba. Per fortuna, nella capitale non c’è soltanto l’unità cinofila ma c’è anche qualcosa che vive e si muove più nelle segrete, nei sotterranei, di un patrimonio umano e artistico smisurato. Nella città eterna ci sono anche cinque giovanissimi ragazzi che hanno da poco registrato e pubblicato, in tutta autonomia, il loro primo easy play dal titolo Back to 98, ascoltabile qui. Nell’ambiente capitolino i Love the Unicorn, questo il nome della band, si son fatti conoscere con un buon numero di live, molti dei quali di spalla a gruppi già affermati e seguiti. Per quella che è la mia storia personale, non posso non pensare a questo animale mitologico in chiave anime: nel cartone che più amavo da piccino, i Cavalieri dello Zodiaco, Asher, dell’Unicorno appunto, era uno di quei personaggi anonimi di cui ci si ricorda soltanto per l’incondizionata fedeltà a Lady Isabel e per i frequenti litigi con Pegasus.

Mentre cerco di togliermi dalla testa le Dodici Case e i Cavalieri d’oro, inizio l’ascolto dell’ep, composto di tre tracce. La prima canzone, True Love Kills, mi aiuta molto a raggiungere questo risultato. Con una delicatissima atmosfera sospesa tra il pop e la psichedelia, i cinque giovincelli romani riescono a creare in me quella trance melodica di cui ho bisogno al mattino, appena sveglio. La voce ed il synth di Marco, entrambi utilizzati in maniera corretta ed elegante, senza sbavature e barocchismi, recitano la parte principale all’interno di una composizione ben assortita e studiata. Subito dopo, Back to 98 segna una decisa virata verso quel divertissement tanto caro alla stagione estiva. Qui è la batteria di Francesco a dettare i tempi, ma sono i cambi di direzione repentini delle due chitarre a donare all’insieme quella freschezza necessaria per portarmi a considerarla un’ottima colonna sonora per il caldo di questi giorni. Le influenze degli anni Novanta cui, da titolo, si vorrebbe far ritorno sono evidenti ma non mancano riferimenti più recenti e attuali: innovare prendendo spunto da quanto di buono è stato già fatto finora è un punto a favore di ragazzi poco più che ventenni. La terza, conclusiva, traccia richiama, invece, sia nella forma che nella sostanza i suoni e le melodie degli anni Ottanta: This Charming Girl ha molto più a che vedere con la celebre canzone degli Smiths che con un melodramma sudcoreano del 2005. Quello che è il mio pezzo preferito di questo breve lavoro in studio è caratterizzato da una sezione ritmica intensa e gioviale che non disdegna una chiusura in chiave New Order.

Tre pezzi non bastano a tracciare la carta d’identità di un gruppo così giovane e, sicuramente, in costante divenire. Già poco avvezzo alle classificazioni, non farò un’eccezione per questi ragazzi che sono riusciti a farsi apprezzare attingendo dal surf, dalla new wave, dal pop, dall’ambient. Un ep è, per definizione, un lavoro incompiuto che serve a far conoscere le proprie intenzioni, per me in questo caso molto buone. Talento e creatività non sembrano mancare, stiamo a vedere che succede.

[Andrea Polidoro] 

2 commenti:

  1. Gruppo apprezzato e supportato, essendo romana e frequentando concerti più o meno una volta al giorno o quasi. Unico appunto: quale new wave?

    E credo poi che una recensione prescinda da palesi commenti negativi (velati) ad altre band.

    Cheers! F

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  2. Per me elementi di new wave sono ben chiari nella terza traccia, This Charming Girl. Sia per ciò che riguarda la modalità di utlizzo della tastiera a conclusione del pezzo, che per la cadenza in sintonia di basso e battteria. Come ho scritto, non amo classificare i gruppi né tantomeno li definisco new wavers volendo fare uno sforzo. Ci sono per me elementi che vengono da quella scuola lì, mettiamola su questo piano.

    Per ciò che riguarda i Cani, era un incipit scherzoso a margine per dire, come ho fatto, che non esistono soltanto loro.

    Grazie per l'attenzione, ad ogni modo!

    ap

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