mercoledì 18 gennaio 2012

Sono Solo Canzonette intervista Teho Teardo.


La copertina di Music, film. Music



Sulla nostra pagina Facebook, tra i likes di alcuni post spesso fa capolino il nome di Teho Teardo, compositore friulano da lungo tempo residente a Roma. Si tratta di uno dei musicisti d'avanguardia più attivi sul suolo italiano, alfiere della lunga e consolidata tradizione di autori di musica da film il quale, dopo gli esordi industrial, ha messo la sua vena compositiva al servizio del cinema d'autore, al cui interno spicca la collaborazione con Paolo Sorrentino, e della televisione.

Pochi giorni fa, infatti, il 13 gennaio per l'esattezza, è stato pubblicato il videoclip ufficiale di Stanotte cosa succederà, singolo estratto dall'ultimo disco di Teardo, Music, film. Music, uscito a novembre e ascoltabile qui, con la partecipazione di Elio Germano. Abbiamo, allora, chiesto a Teho di fare due chiacchiere via Skype. Come potrete constatare leggendo le prossime righe, abbiamo affrontato molteplici temi nel corso dell'intervista, passando in rassegna numerosi aspetti della carriera e della vita di un artista concretamente contemporaneo.

Andrea
Ciao Teho, innanzitutto ti ringraziamo per la disponibilità. Vorrei iniziare questa conversazione chiedendoti qualcosa sul singolo cui presta la voce Elio Germano, Stanotte cosa succederà. Dicci un po' come è nata questa collaborazione.

Teho Teardo
Questa canzone l'avevamo scritta io ed Elio con Daniele Vicari per il film Il passato è una terra straniera, ma poi l'ho completamente riscritta e stravolta fino ad ottenere quanto hai sentito ora.

Andrea
Mi incuriosisce molto la scelta del cantato, che vira decisamente in direzione del rap. Qualcuno di voi ha un particolare legame con quel genere?

Teho Teardo
Sì, Elio ha un gruppo hip hop, le Bestie Rare. La scelta è partita dal film ma poi è diventata altro, ad ogni modo ci piaceva l'idea che la voce della canzone fosse una delle voci degli attori in esso presenti.

Fabrizio
Teho, vorrei focalizzarmi ora su alcuni aspetti che mi hanno molto colpito. Il primo riguarda il passaggio dai tuoi esordi industrial a questo nuovo stile difficile da definire ma che io trovo più, per così dire, personale. Come l'hai concepito?

Teho Teardo
Ho iniziato a suonare e pubblicare dischi da ragazzino quando avevo 17 anni. Il contesto era quello industrial e quindi non mi apparteneva, era solamente qualcosa cui facevo riferimento. Il percorso che ho fatto nel tempo era rivolto a creare qualcosa di mio, che fosse riferibile a me: non mi interessa suonare la musica degli altri, voglio scrivere e suonare la mia.

Fabrizio
In questo nuovo contesto in cui scrivi colonne sonore, come vivi il fatto di scrivere musica per episodi, adattandola ad immagini e dialoghi? E' un limite o uno stimolo?

Teho Teardo
Guarda, in realtà non scrivo colonne sonore nel senso canonico del termine. Scrivo musica e questa trova un parallelo con la drammaturgia del film. Non faccio musica da commento ma cerco una via sonora che leghi immagini e musica fino a quando riesco a chiamare film ciò che sento e vedo.

Andrea
Una cosa molto interessante, Teho, è stato il passaggio dal grande al piccolo schermo: Il segreto dell'acqua è stato trasmesso sulla rete nazionale.

Teho Teardo
Eh, ti interrompo. Ho appena visto nel tuo sito che tra i vari album c'è NAIL di Foetus.

Andrea
Se vuoi dirci qualcosa a proposito di quel disco, siamo tutt'orecchi.

Teho Teardo
Thirlwell è straordinario. Jim ed io ci conosciamo da molto, di recente abbiamo pubblicato un 7": Santarcangelo. Me lo ricordo a Londra, quando faceva NAIL. Io ero un bimbo, guardavo dal vetro e cercavo di capire cosa facessero. Avevo incontrato lui e Steven Stapleton dei Nurse With Wound, che mi aveva aiutato a registrare il mio primo lp, Caught from Behind. Ma, stavi dicendo?

Andrea
Hai fatto bene ad interrompere, sono dettagli sicuramente interessanti. Mi preme sapere se questo passaggio dal grande al piccolo schermo abbia comportato un cambio nell'approccio, nello stile compositivo.

Teho Teardo
No, non mi piace pensare alla musica per categorie, né mi interessano i generi in sé. Ciò che mi interessa è la musica e credo debba avere delle qualità in qualsiasi contesto: spesso in tv si fanno le cose di fretta senza pensare alla qualità, spesso si ritiene che il pubblico non sia all'altezza, che non capisca nulla. Io non credo sia così, per cui lavoro al cinema e alla tv e ai dischi nello stesso modo, pensando che se devo scrivere della musica, lo devo fare come se fosse l'ultima cosa che facessi.

Andrea
Però, Teho, nonostante questo sembra tu sia maggiormente apprezzato e compreso all'estero. Non è da poco il riconoscimento riservato da Colin Newman dei Wire, che ha inserito il tuo Soundtrack Work 2004-2008 nei suoi cinque dischi preferiti.

Teho Teardo
Contemporaneamente, però, in Italia Morricone ha espresso un parere molto positivo su di me, quindi posso dire che anche qui non mancano gli estimatori.
In generale trovo un buon riscontro in Italia, anche se questo paese ha una velocità inferiore rispetto ad altri, siamo più lenti, più vecchi...

Fabrizio
C' è qualcosa del panorama musicale italiano che ti circonda che invece ti piace o ti influenza?

Teho Teardo
Non particolarmente. Di certo nulla che mi influenzi, mi è piaciuto il nuovo album di Umberto Palazzo ma in generale trovo sempre troppa musica derivativa qui. Sono esterofilo per necessità, non per snobismo. Ho bisogno di ascoltare musica nuova, sono sempre alla ricerca di cose che mi intrighino e quindi un solo paese non basterebbe mai. Nulla contro l'Italia, non basterebbe nemmeno l' Inghilterra. Serve il globo ed ora l'accesso al mondo è più semplice e veloce, quindi perché accanirsi con un solo territorio quando se ne avrebbero a disposizione molti?

Andrea
A riguardo proprio dell'accessibilità, qual è il tuo rapporto con le tecnologie ed i media moderni? Credi in una società dell'informazione?

Teho Teardo
Bisognerebbe chiederlo a loro, visto che le utilizzo fino a sfiancarle. Non ho il mito della tecnologia, ogni nuova versione di Logic, uno dei software che uso per registrare, ha delle migliorie, ma inevitabilmente peggiora per altri aspetti. Lo dico perché questo sintetizza la mia visione delle tecnologie: l'accessibilità è un vantaggio, ma porta con sé anche molti svantaggi e nell'ambito musicale sono tantissimi.

Fabrizio
Infatti non è un caso che le band di qualità siano sempre più "sotterranee" o sbaglio?

Teho Teardo
Pensare che la qualità sia sotterranea spesso è una fregatura. Non è sempre sotterranea, altrimenti poi si finisce per pensare che sia solo lì e se qualcosa è underground invece non è necessariamente buona...

Andrea
Il fatto che la tua musica possa essere condivisa e ascoltata anche in maniera "illegale"
ti crea problemi, ti infastidisce?

Teho Teardo
L'aspetto "illegale" è talmente complesso che non so se sia facile affrontarlo in poche parole. Ho attraversato la fase delle cassette allora si diceva: home taping is killing music. Era addirittura stampato sui dischi, poi la facceda è scappata di mano con gli mp3, ma è anche vero che le major discografiche non hanno affatto capito l'importanza del fenomeno e mentre da una parte guadagnavano follie rivendendo lo stesso catalogo in cd dopo avercelo venduto su vinile e cassetta, contemporaneamente non hanno investito nulla né sulla musica né sulla possibilità di veicolarla diversamente.

Andrea
Pensiamo ad esempio ai Radiohead. In Rainbows è stata una grande rivoluzione, anche se è sicuramente più facile farla quando si è la più grande band del mondo.

Teho Teardo
Il senso di una rivoluzione non è distruggere quello che non ti va, ma creare qualcosa di alternativo e farlo funzionare. Loro ci sono riusciti. Le major, invece, hanno solo cercato di fare a pezzi il file sharing senza capire cosa ci fosse dietro e senza creare qualcosa di alternativo e magari di più efficace.

Andrea
In effetti In Rainbows ha incassato prima ancora di uscire, ossia semplicemente con il download ad offerta libera ed il preorder del box set, più di quanto avesse incassato Hail to the Thief.

Teho Teardo
A me fa solo piacere, sono bravissimi e se lo meritano. E poi sono anche intelligenti.

Fabrizio
Ci sono altre band o artisti che ti piacciono particolarmente?

Teho Teardo
Non saprei da dove cominciare. Qualche nome: Barn Owl, Factory Floor, Talk Normal, Belong, Brian McBride, Heavy Winged, Neal Morgan, Thomas Khoner.

Fabrizio
Io e Andrea ammettiamo la nostra ignoranza, questi nomi ci risultano in larga parte nuovi. Un'ultima domanda, Teho. Sono in molti a sostenere che ormai il rock ricicla da lungo tempo i suoi schemi. Credi che la musica di altre culture, ad esempio quella indiana, possa fornire l' influenza per approdare a qualcosa di nuovo?

Teho Teardo
Sì. Credo che il solo pensiero possa essere efficace: credo che il solo considerare che ci siano altre possibilità di intersezione possa generare nuovi progetti, indipendentemente dalla musica su cui si riflette. Il rock ricicla se stesso da troppi anni, ma la nostra società vive in una sorta di retroproiezione che va indietro di un paio di decenni. Se c'è un ambito musicale dislocato in più paesi che cerca di andare avanti a livello nazionalpopolare mi domando ancora quando arriverà il 2000, e siamo già nel 2011! Il revival dei precedenti due decenni è onnipresente, forse è rassicurante, ma a me invece spaventa sarebbe come avere qualcuno all'orecchio che ti ripete costantemente 1988, 1988, 1988, 1988.
Il riciclo in sè è molto interessante, pensa solo all'idea del campionatore, ma il senso è prendere qualcosa che già esiste e farlo diventare altro. Se diventa altro per me va benissimo, se rimane quel che era si tratta solo di una banale citazione. La citazione in musica riguarda il revival e, personalmente, l'idea di revival mi inquieta.
Sarebbe come essere al bar e qualcuno al tavolo di fianco dice: hey ragazze, lo sapete che hanno inventato la pillola anticoncezionale...

Fabrizio & Andrea
Teho, la nostra intervista finisce qui. Grazie ancora e in bocca al lupo.

Teho Teardo
Di niente ragazzi, a presto.

[Andrea Polidoro & Fabrizio Romano]

Teho Teardo

lunedì 16 gennaio 2012

Perché la musica degli anni zero è la migliore




Sarà che mi sono abbondantemente rotto di entrare in un pub e ascoltare la solita cover di Wish You Were Here, sarà che m' infastidisce chi cita innumerevoli volte Frank Zappa senza aver mai ascoltato un disco per intero, sarà che la moda del passatismo è una gran barba, sarà che è straniante conoscere tanti giovani appassionati che non hanno alcun interesse per la musica del proprio tempo, sarà che come dicevano i Kraftwerk "nessuno sarebbe lieto di farsi operare dal dentista con strumenti di trent' anni fa, ma molti vorrebbero che suonassimo strumenti del passato", ma è da qualche tempo che mi rendo conto di avere un particolare legame affettivo con la musica di questi ultimi anni. E non c' è dubbio che sulle orecchie di chi scrive la musica recente eserciti un fascino senza pari. In breve la musica prodotta dal 2000 al 2009 è la migliore che io abbia ascoltato. Qualche ragione ci sarà pure:

- PERCHE' CONTIENE QUELLA DEL PASSATO. Gli artisti degli ultimi anni non si sono dimenticati di chi li ha preceduti ed hanno avuto l' intelligenza di appassionarsi a quello che era accaduto prima di loro. Non rottura netta ma comprensione e innovazione. E allora ce n' è per tutti i gusti, anche per quelli difficili, dal cantautorato alla psichedelia, da chi utilizza strumenti acustici a chi non può prescindere dall' elettronica, dal pop più raffinato ma elegante alla sperimentazione più impegnata e sconvolgente.

- PERCHE' NON E' STORICIZZATA e getta un ponte verso ciò che non conosciamo. Se l' ascolto è fatto non solo da percezione, ma anche da condizionamenti, quando siamo veramente liberi di amare un disco se non quando conosciamo poco o niente riguardo alla sua importanza storica e alle opinioni altrui?

- PERCHE' CADONO I TABU'. Quando Dylan si cominciò ad esibire nei festival dei puristi del folk con la chitarra elettrica si prese fischi ed insulti. Quando nacque l' elettronica in molti ci videro un semplice deverissemet, che niente aveva a che fare con la musica di qualità. Quando i Velvet Underground suonarono The black angel' s death song il proprietario della sala d' incisione minacciò di cacciarli a calci nel culo se l' avessero suonata un' altra volta. Ormai ne abbiamo sentite di ogni, bisogna essere davvero rigidi per avere preconcetti verso il nuovo, in qualunque sembianza si manifesti.

- PERCHE' TUTTI SI INFLUENZANO A VICENDA. Esisteva una volta il rock. Esisteva la ambient. Esisteva l' elettronica. Esisteva il pop. Esisteva il soul. Esisteva l' hip-hop. Poi pian piano ci si cominciò a chiedere dove finisse l' hard rock e dove iniziasse il metal, dove finisse il post-rock e dove iniziasse il modern-classical. E tornò tanto di moda San Captain Beefheart che già nel 1969 ci aveva fatto capire che è inutile dare etichette, tanto non siamo sicuri neanche della nozione di ritmo e melodia. Conta solo l' espressività. E allora cadono muri come neanche faceva Roger Waters portando in scena uno degli album più brutti ma al contempo più influenti dei Pink Floyd. E allora oggi è difficile trovare una rock-band che non si avvalga di un synth, un compositore di classica che non guardi alla musica popolare, un cantautore che non sia interessato ai giochi di parole ed alla metrica dell' hip-hop. Non solo ascoltiamo la musica che più ci piace, ma senza accorgercene impariamo a rivalutarne altra e ad essere più aperti.

- PERCHE' LA CLASSICA NON E' FINITA. Anzi, ha ritrovato lustro, sprint. E' riuscita ad uscire dall' accademismo in cui era costretta, a ricercare soluzioni espressive alternative, rinunciando alla perfezione formale a tutti i costi (deo gratias). Ora grazie a sperimentazioni che coinvolgono sensazioni e umori inesplorati, ora strizzando l' occhio ai compositori del passato senza rinunciare alla rappresentazione del presente.

- PERCHE' E' PIU' REPERIBILE. La qualità di quel che si ascolta è condizionata anche dalla varietà. Oggi siamo in grado di poter ascoltare tutto (o quasi)  e farci un' idea più completa di quel che si suona tutt' intorno a noi. E' più facile e quasi doveroso formarsi un gusto proprio.

- PERCHE' I MUSICISTI SONO TORNATI AD ESIBIRSI TANTO DAL VIVO. E quale coinvolgimento maggiore può esserci se non ascoltare non più dalle cuffie, ma a pochi metri di distanza quegli artisti che ci fanno vibrare? David Bowie aveva preannunciato che questo sarebbe stato il tempo in cui gli artisti sarebbero dovuti a guadagnarsi il pane sul palco. Aveva ragione e sono esplosi festival più o meno grandi, che ospitano musicisti più o meno preparati. E allora c' è tutto il tempo di ascoltare, dedicarsi alla propria passione, confrontare, rimanere delusi, sbigottiti o ammaliati.

E alla fine ci sono cascato anche io, perché la musica degli anni zero è ormai bella che finita da più di due anni e mi approccio a quella degli anni dieci senza convinzioni se non una: sarà ancora più bella. Ascoltare per credere.



Fabrizio Romano