La copertina dell'ep dei Love the Unicorn |
In questo mondo di Cani. Negli ultimi tempi, Roma ha catalizzato su di sé l’attenzione di addetti ai lavori, riviste, blog, nonne e zie per via di una fantomatica band ultrapop. Personalmente, c’è qualcosa che trovo gradevole in quel progetto, ma è poca roba. Per fortuna, nella capitale non c’è soltanto l’unità cinofila ma c’è anche qualcosa che vive e si muove più nelle segrete, nei sotterranei, di un patrimonio umano e artistico smisurato. Nella città eterna ci sono anche cinque giovanissimi ragazzi che hanno da poco registrato e pubblicato, in tutta autonomia, il loro primo easy play dal titolo Back to 98, ascoltabile qui. Nell’ambiente capitolino i Love the Unicorn, questo il nome della band, si son fatti conoscere con un buon numero di live, molti dei quali di spalla a gruppi già affermati e seguiti. Per quella che è la mia storia personale, non posso non pensare a questo animale mitologico in chiave anime: nel cartone che più amavo da piccino, i Cavalieri dello Zodiaco, Asher, dell’Unicorno appunto, era uno di quei personaggi anonimi di cui ci si ricorda soltanto per l’incondizionata fedeltà a Lady Isabel e per i frequenti litigi con Pegasus.
Mentre cerco di togliermi dalla testa le Dodici Case e i Cavalieri d’oro, inizio l’ascolto dell’ep, composto di tre tracce. La prima canzone, True Love Kills, mi aiuta molto a raggiungere questo risultato. Con una delicatissima atmosfera sospesa tra il pop e la psichedelia, i cinque giovincelli romani riescono a creare in me quella trance melodica di cui ho bisogno al mattino, appena sveglio. La voce ed il synth di Marco, entrambi utilizzati in maniera corretta ed elegante, senza sbavature e barocchismi, recitano la parte principale all’interno di una composizione ben assortita e studiata. Subito dopo, Back to 98 segna una decisa virata verso quel divertissement tanto caro alla stagione estiva. Qui è la batteria di Francesco a dettare i tempi, ma sono i cambi di direzione repentini delle due chitarre a donare all’insieme quella freschezza necessaria per portarmi a considerarla un’ottima colonna sonora per il caldo di questi giorni. Le influenze degli anni Novanta cui, da titolo, si vorrebbe far ritorno sono evidenti ma non mancano riferimenti più recenti e attuali: innovare prendendo spunto da quanto di buono è stato già fatto finora è un punto a favore di ragazzi poco più che ventenni. La terza, conclusiva, traccia richiama, invece, sia nella forma che nella sostanza i suoni e le melodie degli anni Ottanta: This Charming Girl ha molto più a che vedere con la celebre canzone degli Smiths che con un melodramma sudcoreano del 2005. Quello che è il mio pezzo preferito di questo breve lavoro in studio è caratterizzato da una sezione ritmica intensa e gioviale che non disdegna una chiusura in chiave New Order.
Tre pezzi non bastano a tracciare la carta d’identità di un gruppo così giovane e, sicuramente, in costante divenire. Già poco avvezzo alle classificazioni, non farò un’eccezione per questi ragazzi che sono riusciti a farsi apprezzare attingendo dal surf, dalla new wave, dal pop, dall’ambient. Un ep è, per definizione, un lavoro incompiuto che serve a far conoscere le proprie intenzioni, per me in questo caso molto buone. Talento e creatività non sembrano mancare, stiamo a vedere che succede.
[Andrea Polidoro]
Gruppo apprezzato e supportato, essendo romana e frequentando concerti più o meno una volta al giorno o quasi. Unico appunto: quale new wave?
RispondiEliminaE credo poi che una recensione prescinda da palesi commenti negativi (velati) ad altre band.
Cheers! F
Per me elementi di new wave sono ben chiari nella terza traccia, This Charming Girl. Sia per ciò che riguarda la modalità di utlizzo della tastiera a conclusione del pezzo, che per la cadenza in sintonia di basso e battteria. Come ho scritto, non amo classificare i gruppi né tantomeno li definisco new wavers volendo fare uno sforzo. Ci sono per me elementi che vengono da quella scuola lì, mettiamola su questo piano.
RispondiEliminaPer ciò che riguarda i Cani, era un incipit scherzoso a margine per dire, come ho fatto, che non esistono soltanto loro.
Grazie per l'attenzione, ad ogni modo!
ap