domenica 25 dicembre 2011

CLASSIFICA DEI MIGLIORI ALBUM DEL 2011

1. James Blake - James Blake

 Che ad aggiudicarsi la prima piazza sia un ragazzo di ventitre anni non deve stupire: il 2011 ha rappresentato l' anno delle rivoluzioni sociali guidate dai più giovani. James Blake, cresciuto nel sobborgo più a nord di Londra è risultato senz' altro la rivelazione dell' anno grazie alla sapiente commistione tra dubstep ed elettronica e ad una voce intima e delicata. Un' opera prima di altissimo valore, con l' augurio di un futuro ancora più brillante [Andrea Polidoro]








2. Bon Iver - Bon Iver


Si sa che, quando l'album di debutto riceve a giusto titolo moltissimi consensi, l'artista in questione è atteso dalla critica col coltello tra i denti. Bon Iver ha richiesto più tempo per essere compreso, recepito, interiorizzato, ma ci ha messo in seria difficoltà per l'assegnazione della palma di miglior disco dell'anno. Justin Vernon è un musicista straordinario che dal vivo, ne possiamo parlare a ragion veduta avendo assistito ad un suo concerto a Parigi, mostra tutta la sua classe ed eleganza. Un artista completo, membro di una nuova leva che non crediamo ci abbandonerà presto. [Andrea Polidoro]



3. Fucked Up - David Comes To Life

Se cercate la migliore band hardocre in circolazione l' avete già trovata. David Comes To Life è il capolavoro della band canadese, un concept album che mescola vivacità, potenza ed ironia. Un disco fortemente legato al rock, a forti schitarrate sovrapposte in un raffinato gioco di tessitura dei pezzi ed al cantato graffiante  e viscerale di Damian Abraham. E poi, come se non bastasse, le canzoni sono una più bella dell' altra. [Fabrizio Romano]








4. Tom Waits - Bad As Me

Quando è stata annunciata l'uscita del diciassettesimo album in studio di Tom Waits, i più hanno storto il naso. Ancora lui, si sono chiesti. L'immarcescibile Tom ha messo tutti a tacere con un disco d'impatto, straordinario per composizioni e liriche, che in annate di magra avrebbe potuto competere per i vertici.  L'ennesimo coniglio estratto da un inesauribile cilindro. [Andrea Polidoro]









5. Oneohtrix Point Never - Replica

Conferma che questo non è l' anno delle grandi melodie. Non che ce ne dispiaccia particolarmente, ma le strade imboccate da Daniel Lopatin sono quelle del minimalismo, della sovraincisione, della ripetizione, della decontestualizzazione. Ne viene fuori un album che non rientra certo nella categoria dell' easy listening, ma che trova la sua forza e la sua schiettezza nella continua variazione di ritmi e linee armoniche imprevedibili e spiazzanti. Per poter apprezzare un' opera del genere bisogna prima essere pronti a mettere in discussione ciò che ci si aspetta da un disco e saper giocare con la propria concezione di musica. Siate pronti a tutto. [F.R.]





6. Arrington De Dionyso - Suara Naga

Nel 1969 usciva Trout Mask Replica di Captain Beefheart, semplicemente il primo capolavoro "inascoltabile" della storia. De Dionisyo conosce bene la lezione del Capitano e si diverte a destrutturare il rock e poi ricomporlo unendovi elementi antichi e ancestrali; in questo caso avvalendosi della musica tradizionale indonesiana in una ricerca "monkiana" della primigeneità dell' ascolto. Un' opera in bilico tra Oriente ed Occidente, tra il cantato indonesiano (con cui porta al limite le proprie capacità canore) e strumenti tipici del rock, tra mestiere e misticismo, tra solidi edifici e capanne di fango. [F.R.]






7. Danger Mouse & Daniele Luppi - Rome


Più che un concept album, una pièce teatrale. Burton e Luppi, coadiuvati da Jack White e Norah Jones, traslano la Città eterna su un pentagramma, dipingendone luci, colori, stagioni, attimi. La tradizione morriconiana ha trovato degni e riconoscenti eredi. Da ascoltare tutto d'un fiato. [Andrea Polidoro]









8. Anna Calvi - Anna Calvi

Classe come se piovesse. Lasciate perdere il brutto album dei Coldplay, è questo il miglior disco pop/rock dell' anno. Scrittura precisa e raffinata, bel canto di grande impatto, canzoni moderne che strizzano l' occhio alla tradizione. C' è voluto poco prima che l' olimpo del rock si accorgesse di lei. L' album di esordio di Anna Calvi è un' opera che stimola visioni oniriche dark (a.k.a. brutti sogni?) facendoti sentire al caldo sotto il tepore delle coperte. [F.R.]







9. PJ Harvey - Let England Shake


Il 2011 da protagonista di Lady Polly Jean: Let England Shake è l'altro concept album che entra di diritto e di forza nella nostra classifica. Tantissime le influenze extra-musicali dichiarate dalla stessa autrice, dalla poesia di T.S. Eliot alla pittura di Goya e Dalì passando per eventi storici significativi come la battaglia di Gallipoli. La volontà di scuotere un popolo addormentato ma fiero ed orgoglioso. Britishness. [Andrea Polidoro]







10. Tim Hecker - Ravedeath, 1972

Ricordare il passato attraverso una musica nuova e attuale. Ravedeath, 1972 è fondamentalmente un disco di elettronica, anche se nelle partiture ricorda una composizione per orchestra, giocato tra visioni nebulose (fog) e afflati noise, momenti visionari e momenti lirico-descrittivi. Malinconicamente moderno. [F.R.]
















Menzioni Speciali per Opere Prime pubblicate in Italia:


Bancale - Frontiera






Junkfood - Transience










Le Classifiche dei redattori:


Andrea Polidoro

1. James Blake - James Blake
2. Bon Iver - Bon Iver
3. Tom Waits - Bad As Me
4. Danger Mouse & Daniele Luppi - Rome
5. Pj Harvey - Let England Shake
6. Tinariwen - Tassili
7. Fucked Up - David Comes To Life
8. Verdena - Wow
9. tUnE yArDs - W H O K I L L
10. Oneohtrix Point Never - Replica



Fabrizio Romano

1. James Blake - James Blake
2. Fucked Up - David Comes to Life
3. Bon Iver - Bon Iver
4. Arrington De Dionysio - Suara Naga
5. Anna Calvi - Anna Calvi
6. Tim Hecker - Ravedeath, 1972
7. Ambrose Akinmusire - When The Heart Emerges Glistening
8. Crystal Stilts - In Love With OBlivion
9. Valdislav Delay - Vantaa
10. Oneohtrix Point Never - Replica



Nessun commento:

Posta un commento