Nati dall’incontro tra due siciliani, Carmelo Pipitone e Giovanni Gulino, i Marta sui Tubi rappresentano, senza dubbio, una tra le migliori band italiane. Nel 2003 pubblicano il loro primo album dal nome Muscoli e Dei, sotto il sapiente sguardo di Fabio Magistrali, già produttore di numerosi artisti italiani tra cui Bugo, Afterhours e molti altri. Il disco viene ben recepito e diventa una vera e propria perla del panorama underground italiano. Il secondo lavoro, C’è gente che deve dormire, esce nel 2005 e non fa che confermare la bravura del gruppo, il cui organico si è allargato. Con il terzo lavoro, Sushi e Coca, i Marta sui Tubi, conquistano il pubblico italiano, in quello che è un vero e proprio capolavoro musicale e che li porta a centinaia di concerti lungo tutta la penisola. Le esibizioni dei Marta prendono, a questo punto, una nuova forma, includendo performance di recitazione partecipata e altre forme di arte, come il titolo stesso del tour, Arte sui Tubi, suggerisce.
È da qui che bisogna partire per analizzare il quarto “figlio” dei Marta, Carne con gli occhi, pubblicato poche settimane fa dalla milanese Venus.
Ci sono vari elementi che saltano subito all’occhio, o all’orecchio, di chi ascolta questo album. Il primo è la violenza e la potenza. Già in un’intervista rilasciata aii loro fan dal sito della band, Giovanni Gulino aveva definito l’album “quasi metal”. Lungi dal utilizzare questo aggettivo, la forza delle composizioni è indubbia. Esempio pratico è la traccia Guinzaglio, dove la voce, ancora più maestosa del normale, è accompagnata da un riff di chitarra decisamente aggressivo, nonché da un testo molto diretto “io vorrei solamente che tu, ti levassi dai piedi”.
Altro elemento di rilievo è una certa influenza di alcuni artisti italiani come i Massimo Volume e persino Elio e le Storie Tese. Queste “citazioni” sono sicuramente il risultato delle contaminazioni artistiche che già avevano preso forma nelle esibizioni live del gruppo. Camerieri è un pezzo che non può che richiamare i Massimo Volume, con la voce di Gulino che ben si presta alla velocità della lirica, voce che ancora una volta si rileva incredibilmente duttile e energica. Le cose più belle son quelle che durano poco, contiene un intermezzo registrato con un simulatore vocale il quale tramite frasi non-sense, simula un risponditore automatico intento a propinarci le migliori stronzate, tra cui la mia preferita “se vuole conoscere tutte, ma proprio tutte, le avventure sessuali di Gigi D’alessio, prema il tasto 3”. Non da meno il pezzo Muratury, storia assurda di una ragazza “prima zita cu u sbirru, ora zita cu u muratury”; anche questo pezzo, sicuramente molto “hard” da un punto di vista sonoro. Le due canzoni non possono non ricordare il lavoro e le storie di Elio, insieme alla recitazione cantata dei Massimo Volume.
Ultimo elemento di rilievo dell’album è un certo sinfonismo di molte delle canzoni. Alcune di esse, infatti, hanno una forma decisamente nuova, sicuramente più completa e complessa di quelle a cui eravamo abituati. Sicuramente molto più peso viene dato alle tastiere e al violoncello come dimostra la coda della canzone di apertura Basilisco. Anche i testi hanno un tocco di teatralità per alcuni versi nuovo, rimanendo sempre di grande ispirazione e intuitività. Nulla toglie che, in ogni caso, le composizioni rimangano legate alla propria tradizione, con le meravigliose creazioni della chitarra acustica di Carmelo Pipitone che, ancora una volta, mette in mostra le sue capacità artistiche e compositive.
Il disco si chiude con Cromatica, bellissima fiaba sui colori in pieno stile Marta sui Tubi.
Non credo si possa nascondere una certa evoluzione, più marcata in alcune parti specifiche, nello stile compositivo dei Marta che, al quarto album, si confermano band eccezionalmente dotata e fantasiosa. Nonostante questo, l’ombra di Sushi e Coca, album della maturità e superbo disco, si allunga su ogni nota, sminuendo leggermente, anche se in maniera indiretta, questo lavoro, che, ripeto, è un meraviglioso lavoro.
In otto anni, i Marta sui Tubi sono passati da piccola band underground a fenomeno nazionale, quasi mainstream, ad un passo persino dalla partecipazione a Sanremo con Anna Oxa. Non credo di esagerare dicendo che i Marta hanno preso il posto che negli anni ’90 ricoprivano gli Afterhours.
In definitiva, Carne con gli occhi rimane il modo migliore che voi avete di spendere 15 euro per questo mese.
[Tetris]
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